Ersilia Borreca

Psicologa Clinica e dello Sport

Ersilia Borreca è una psicologa che unisce mente e movimento per promuovere benessere ed equilibrio.
Una breve storia che ci avvicina
Chi sono

Mi chiamo Ersilia Borreca, e sin da bambina sognavo due cose: capire le persone e muovermi.

A otto anni tenevo un diario dove immaginavo di “fare la psicologa”, mentre passavo i pomeriggi a saltare la corda o a palleggiare con il pallone da calcio e ad organizzare piccole gare con gli amici del quartiere.

Crescendo non ho mai scelto tra mente e corpo: correre, giocare a pallavolo e sollevare qualche peso sono diventati il mio modo naturale di ricaricarmi e la psicologia il mio linguaggio per connettermi agli altri.

Oggi sono psicologa clinica e dello sport, iscritta all’Ordine degli Psicologi Albo A della Lombardia e metto in campo entrambe le passioni per aiutarti a ritrovare equilibrio, energia e direzione.

La testa che guida le gambe
Perché ho scelto la psicologia dello sport?

Da sempre lo sport è il mio posto felice. Allenarmi non è un passatempo: è il modo in cui metto ordine nei pensieri e mi riconnetto a me stessa.

Proprio allenandomi ho capito una cosa semplice, ma efficace: la vera differenza, in gara o nella vita, la fa ciò che succede dentro la testa.

  • Quando le gambe bruciano negli ultimi metri -> è il dialogo interiore che decide se acceleri o rallenti.
  • Dopo un infortunio -> è la resilienza mentale che ti fa tornare in palestra con fiducia.
  • In una squadra -> è la qualità delle relazioni che trasforma tanti talenti individuali in un gruppo vincente.

È stata questa consapevolezza, provata sulla mia pelle, a spingermi a unire le mie due passioni: la psicologia e lo sport. Volevo dare agli altri ciò che avrei voluto avere io da atleta dilettante: un supporto che allena mente e corpo insieme, capace di tradurre la scienza in strumenti pratici e quotidiani.

Oggi, come psicologa dello sport, aiuto atleti, sportivi “da weekend” e persone semplicemente attive a

  • Ritrovare concentrazione e fiducia prima di una gara o di una sfida personale.
  • Gestire stress, pressioni e pause forzate (gli “stop” non li scegliamo, ma possiamo decidere come ripartire).
  • Costruire un rapporto sereno con alimentazione e immagine corporea, senza diete punitive né sensi di colpa.
  • Trasformare la squadra o la famiglia in un alleato, perché nessuno va lontano da solo.

In sintesi, ho scelto la psicologia dello sport perché sono convinta che il vero traguardo sia sentirsi bene dentro e fuori, ogni singolo giorno.

Dopo anni di allenamenti e sfide personali ho imparato che tutto parte da qui: la mente è la guida che dà forza e direzione al corpo.

Il mio approccio sistemico-relazionale transculturale.

In una prospettiva sistemica il sintomo non vive in un vuoto, ma dentro reti di relazioni (familiari, di squadra, culturali).

L’approccio transculturale aggiunge uno sguardo sulle differenze di background, valori e identità, fondamentale anche in contesti sportivi sempre più internazionali e in famiglie multiculturali.

È come osservare un muscolo dentro al suo intero corpo: solo così capiamo davvero come rafforzarlo.

Cosa significa in pratica?

  • Zoom out: esploriamo non solo “cosa provi”, ma dove e con chi lo provi.
  • Risorse condivise: alleniamo la squadra/famiglia a diventare parte della soluzione.
  • Integrazione mente-corpo: tecniche di respirazione, imagery, movimento consapevole e dialogo terapeutico lavorano insieme.
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